Prima di rispondere alla domanda: “come si conserva l’aceto balsamico?” è importante ricordare che l’aceto viene da sempre utilizzato anche per la sua proprietà di conservante naturale.Questa preziosa sostanza, infatti, ha una durata molto lunga, ovvero pressoché illimitata nell’Aceto Balsamico di Modena IGP e di oltre 10 anni nell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.
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Tuttavia, anche se resta commestibile a lungo, se l’aceto balsamico non viene conservato nel modo giusto può subire alterazioni tali da compromettere il suo sapore, il suo aroma e sicuramente anche la sua consistenza, riducendone quindi la qualità e il pregio.
Come si presenta la bottiglia di aceto balsamico prima dell’apertura?
In generale, prima di aprire la bottiglietta contenente aceto balsamico, ovviamente prodotto in base al disciplinare ufficiale di denominazione di origine protetta o di identificazione geografica protetta, è buona norma verificare l’integrità della confezione.
Nel caso dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, la tipica bottiglia di Giugiaro, nonché l’unica utilizzabile per imbottigliare questo prodotto specifico, presenta sul tappo un sigillo numerato che, al momento dell’acquisto, deve essere integro a garanzia dell’autenticità del prodotto.
I produttori dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, invece, non hanno l’obbligo di dover applicare un sigillo numerato sul tappo ma scelgono comunque di sigillare il tappo della bottiglia di aceto balsamico di Modena IGP con ceralacca o capsula termoretraibile con linguetta di strappo, così da garantire al consumatore finale l’integrità del prodotto acquistato.
Conservare bene l’aceto balsamico: la regola principale e i fattori da considerare
La regola principale per conservare bene l’aceto balsamico è quella di assicurarsi di chiudere completamente la bottiglia con il suo tappo originale, dopo ogni utilizzo.
Oltre a ciò, bisogna considerare anche i seguenti fattori:
- Esposizione all’aria.
- Esposizione a temperatura elevata.
- Esposizione alla luce.
Nel caso in cui l’aceto venga esposto all’aria e/o al calore eccessivo rispetto alla temperatura ambiente che è di circa 20°C, il rischio di evaporazione dell’aceto balsamico aumenta. Se poi la bottiglia non è chiusa bene, l’evaporazione diventa quasi inevitabile e potrebbe quindi causare la trasformazione dello strato superficiale dell’aceto balsamico da liquido ad aeriforme.
Questo modificherebbe la concentrazione originale dell’aceto balsamico e, di conseguenza, le caratteristiche organolettiche (sapore, consistenza, intensità, aroma e profumo) che lo contraddistinguono e lo valorizzano. L’evaporazione potrebbe quindi rendere l’aceto balsamico meno equilibrato, quindi meno acido e più dolciastro e causare sul fondo della bottiglia dei depositi solidi, poco gradevoli sia alla vista che al palato.
Sebbene il calore possa essere dannoso, non è comunque necessario conservare l’aceto balsamico in frigorifero. È infatti sufficiente conservare la bottiglietta ben chiusa in un luogo fresco e lontano da fonti di calore, come ad esempio una dispensa della cucina, in cantina o in un piano interrato o seminterrato della casa. Nel caso in cui si preferisca conservarlo in frigorifero, è ancora più importante chiudere bene il tappo della bottiglia di aceto balsamico per evitare che il suo prezioso aroma originale venga alterato da profumi e odori forti emessi da altre sostanze presenti nello stesso ambiente.
In merito all’esposizione dell’aceto balsamico alla luce, invece, va detto che diversamente da altri prodotti come l’olio d’oliva, l’aceto balsamico non è fotosensibile. Ciò spiega anche il motivo per cui il vetro delle bottiglie che lo contengono è trasparente, rendendo così l’aceto balsamico al suo interno ispezionabile, senza alcun rischio di danneggiarlo.
Non di rado, però, laddove vi è esposizione diretta alla luce solare, potrebbe esserci anche una temperatura elevata quindi, in base a quanto affermato sopra in merito all’evaporazione dell’aceto balsamico, il consiglio che viene spesso riportato sull’etichetta di aceto balsamico riguarda la sua conservazione in un luogo buio, inteso come al riparo dalla luce diretta, e calda, del sole.