Ingerire aceto in gravidanza è possibile, purché si applichino buon senso e giusta misura, che regolano il consumo di aceto in genere. In altre parole, si può usare l’aceto in gravidanza ma non bisogna esagerare con le quantità: in caso contrario, potrebbe insorgere qualche fastidio allo stomaco.

Un regime nutrizionale vario e bilanciato è consigliato durante il periodo di gestazione. Pertanto, a meno che non subentrino particolari condizioni di salute come, ad esempio, il reflusso gastrico, si può ingerire l’aceto in gravidanza.

In gravidanza o in allattamento, l’aceto è sicuro?

Bisogna fare una piccola distinzione tra il consumo di aceto in gravidanza e in allattamento.

In gravidanza, infatti, sia che si tratti di aceto di vino, aceto di mele, aceto balsamico, aceto di riso o qualsiasi altro tipo di aceto, il suo uso su insalate di verdure (ben lavate) o su pietanze cotte non ha controindicazioni. L’aceto, infatti, è ricco di vitamine e sali minerali quindi, oltre ad apportare sostanze nutritive benefiche per la gestante, arricchisce il sapore dei piatti, riducendo così l’uso di sale o di altri condimenti meno salubri.

Quando si ingerisce aceto in allattamento, bisogna tenere conto del grado di acidità dell’aceto scelto, che può variare a seconda della materia prima o della frutta da cui deriva. Il grado di acidità e la quantità usata di aceto potrebbero infatti contribuire ad alterare il sapore del latte materno, rendendolo meno gradevole al palato del neonato.

In generale, l’aceto di qualità utilizzato come condimento, o anche come conservante, è sicuro e ben tollerato e, se usato in allattamento sempre nella giusta misura, non dovrebbe essere causa di coliche al bambino.

Sia in gravidanza che in allattamento, l’aceto favorisce, a livello intestinale, l’assorbimento del calcio, elemento fondamentale, che contribuisce a rafforzare la struttura ossea della madre e a costruire quella del nascituro, o del neonato.

Quale tipo di aceto è meglio usare, o evitare, in gravidanza (o in allattamento)?

In questo paragrafo, descriviamo i tipi di aceto che è meglio utilizzare, o evitare, in gravidanza o in allattamento, mettendo tuttavia in evidenza che la specifica condizione di salute, unitamente al gusto e alle abitudini personali, possono contribuire a modificare la scelta del tipo di aceto.

In tutti i casi, consigliamo di prestare attenzione anche a quanto aceto usare al giorno, in gravidanza o in allattamento, considerando che la dose media per un condimento dovrebbe essere di circa 1 o 2 cucchiai al giorno. Questa misura è indicata anche per tenere sotto controllo l’apporto calorico complessivo, in una fase in cui il corpo attraversa importanti e delicati cambiamenti.

Aceto balsamico in gravidanza

Usato fin dal Medioevo anche per le sue proprietà curative, oltre che come condimento, l’aceto balsamico viene spesso inserito nel regime alimentare di donne in gravidanza o in allattamento anche per le sue naturali proprietà disinfettanti, antivirali e antibatteriche. Inoltre, i polifenoli dell’uva contenuti nel mosto di cui l’aceto balsamico è completamente, o parzialmente, composto, incrementano il suo valore antiossidante e contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario. Tutto questo rende l’aceto balsamico ancora più prezioso per la salute della mamma e del bambino.

Sia l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, che l’Aceto Balsamico di Modena IGP, in una piccola quantità incrementa il valore nutrizionale dei cibi che accompagna e rende il loro sapore più ricco e intenso. Inoltre, l’aceto balsamico facilita la digestione e riduce il reflusso gastrico e il bruciore di stomaco, che spesso si verificano in gravidanza avanzata, quando il processo digestivo può diventare più difficile.

Per approfondire: Aceto balsamico: ingredienti, valori nutrizionali, proprietà e benefici.

L’aceto balsamico ha un sentore tipicamente e gradevolmente agro e dolce che, se usato senza eccessi, non rischia di trasferirsi nel latte materno né di esser percepito dal neonato.

Aceto di mele in gravidanza

Caratterizzato da un grado di acidità più basso rispetto all’aceto balsamico, l’aceto di mele è particolarmente indicato per le donne incinte, poiché contribuisce ad alleviare il senso di nausea che insorge molto spesso nei primi mese di gravidanza. Ingerire aceto di mele in allattamento significa assumere anche nutrienti essenziali, tra cui la vitamina B1, B2, B6, la biotina e la vitamina C, preziose per il metabolismo e, in generale, per il rafforzamento e il mantenimento della salute della mamma e del neonato.

Assumere aceto di mele prima di un pasto può migliorare la velocità del flusso sanguigno muscolare e preparare, quindi, lo stomaco alla digestione.

L’aceto di mele migliore da ingerire in gravidanza (o in allattamento) non è ricavato da concentrato ma da puro succo, non pastorizzato, di mele, preferibilmente provenienti da coltivazione biologica, che non ammette l’utilizzo di pesticidi ed erbicidi chimici.

Quale aceto è meglio evitare in gravidanza o in allattamento?

In base a quanto riportato nei paragrafi precedenti, in gravidanza o in allattamento è meglio evitare di ingerire aceti preparati in casa, come ad esempio l’aceto di vino, il cui grado di acidità potrebbe essere molto più elevato rispetto a quello acquistato, e risultare quindi troppo aggressivo sullo stomaco. Tuttavia, se lo si acquista, è meglio evitare di consumare aceto di dubbia provenienza, i cui ingredienti non siano chiaramente indicati sull’etichetta, così come aceti con un grado di acidità molto alto.

Senza dubbio, maggiori garanzie circa la qualità e la sicurezza dell’aceto vengono fornite da produttori esperti e consolidati, che da generazioni si tramandano l’arte e la passione per l’aceto e forniscono ai loro consumatori prodotti di alta qualità, 100% sicuri e sempre rintracciabili.

Proprio così, infatti, lavorano i Maestri Acetieri De Nigris che, dal 1889, creano tanti tipi diversi di aceto, garantendo ai loro clienti la qualità e la salubrità di ogni singolo prodotto.

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